Mille anni di storia attraverso le meraviglie dell’Abbazia di Guglielmo da Volpiano

San Benigno Canavese
Terra di Fruttuaria

L’Abbazia di Fruttuaria, secondo una cronaca oggi perduta, fu fondata il 23 febbraio 1003 da Guglielmo da Volpiano, su terre disabitate, di proprietà paterna, poste tra l’Orco e il Malone.
La costruzione della Chiesa, dedicata a Santa Maria, San Benigno e a tutti i Santi, fu avviata nel 1003 e l’edificio venne consacrato nel 1006 perché spesso nel Medioevo si consacravano le chiese ben prima di averne completato la costruzione.
La Chiesa Abbaziale, sorta secondo i canoni della liturgia celebrata dai monaci, aveva tre corte navate tagliate da un transetto e cinque absidi, tre al termine delle navate e due sui bracci del transetto.
La soluzione, innovativa per il tempo, derivata dall’abbazia di Cluny, permetteva la realizzazione di più altari offrendo la possibilità ai monaci di celebrare contemporaneamente la liturgia.
Dell’impianto originario dell’Abbazia si conservano le due absidi aperte sul transetto e le basi in muratura dei rispettivi altari.

Il Cardinale delle Lanze e la nuova Abbazia

L’Abate commendatario di Fruttuaria, Vittorio Amedeo delle Lanze, incaricò di dirigere con i suoi consigli la costruzione che attualmente si fa della chiesa parrocchiale di San Benigno" l'architetto Bernardo Antonio Vittone.

Non è dato sapere se l'attuale abbazia sia frutto di un progetto di Vittone oppure se Vittone sia stato solo l' iniziale esecutore di un progetto nato in ambiente romano e acquisito dal Cardinale per San Benigno quando Vittone morì, nell'ottobre del 1770, stava lavorando alla realizzazione dei documenti di progetto, che passarono a Mario Ludovico Quarini, succeduto a Vittone nella prosecuzione del cantiere.

L'abbazia di Guglielmo fu distrutta, furono ricostruiti una nuova chiesa, un nuovo chiostro, un nuovo palazzo abbaziale. Fu risparmiata, come spesso accade, solamente la torre campanaria.

La Torre Campanaria

Sul fianco nord fu costruito un possente campanile a sei piani, caraterizzato da un paramento murario lapideo scandito da fasce marcapiano ad archetti pensili.

La Torre del tipo a lesena mediana prende luce nei tre piani inferiori da strette feritoie; nel quarto si apre una monofora, nel quinto e nel sesto si aprono due coppie di bifore con capitello a stampella.

All’interno della muratura corre una scala in pietra (intra muros), coperta da volta a botte, che permette l'accesso alla cella campanaria. Nei due piani inferiori sono presenti due vani sovrapposti identificabili come cappelle. Quella inferiore fu riscoperta grazie agli scavi.; la superiore, con una grande abside ricavata nello spessore della muratura, reca nel catino absidale, tratti di una Madonna in trono con Bambino, ad affresco, datata all’ Xl-XII secolo.

Lo Scavo

Nel dicembre 1979, in occasione di lavori per la realizzazione del nuovo impianto di riscaldamento, vennero alla luce i mosaici e a seguire tutti i resti dell'abbazia di Guglielmo.

L’intera superficie della chiesa settecentesca fu interessata da uno scavo archeologico condotto dalla competente Soprintendenza. In seguito, venne costruito un solaio in ferro cemento a divisione dei due ambienti: la chiesa dell’ Abate Guglielmo sotto, la Chiesa del Cardinale sopra.
Ora i due ambienti con discrezione convivono.

La chiesa di Guglielmo sopravvive nella memoria come percorso museale e didattico, la chiesa del Cardinale assolve alle funzioni di chiesa parrocchiale.

"Quanto giustamente fu dato a quel luogo il nome di Fruttuaria"

— San Pier Damiani

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