Gli Affreschi

Probabilmente verso il XIII secolo, la rotonda del Santo Sepolcro perse la sua funzione liturgica, e fu eliminata. In quell'occasione i materiali della demolizione furono lasciati in loco ed impiegati per livellare il nuovo piano pavimentale. Per tale motivo nel corso degli scavi sono stati recuperati una serie di frammenti di intonaco affrescato, che ricomposti hanno restituito un ciclo pittorico comprendente una Madonna in trono con Bambino e santi risalente all'XI secolo. Molto probabilmente l'affresco, ora conservato al Museo di Antichità di Torino, è databile al periodo dell' Abate Alberto, tra il 1061 e il 1079, e della visita a Fruttuaria dell'Imperatrice Agnese nel 1066.

In quegli anni Fruttuaria godette dei favori della corte imperiale e le Consuetudini di Fruttuaria si diffusero grazie al contributo del Vescovo di Colonia, Annone. A quel periodo si attribuisce anche la realizzazione del ciclo di mosaici.

Al ciclo figurato si associa un elemento decorativo nastriforme o a semicerchi, variamente colorato che fonda le sue origini nel decorativismo presente nei codici miniati anche d'oltralpe. L'elemento nastriforme, di grande impatto decorativo è sopravvissuto per secoli, ed è stato in più occasioni ripetuto.

Un nuovo esempio è stato recentemente individuato, in area canavesana, nell'affresco, inedito, con i cavalieri in armi della casa forte dei San Martino di Villa Castelnuovo a Castelnuovo Nigra, attribuito da Claudio Bertolotto a Giacomino da Ivrea. L'elemento decorativo nastriforme trova confronto nei due cicli di affreschi della chiesa della Madeleine di Gressan e nella Casa Forte dei Saluard a Marseiller di Verrayes in Val d'Aosta, attribuiti allo stesso Giacomino da Augusta Lange già nel 1968 e databili al secondo quarto del Quattrocento.

Un altro esempio di questo elemento decorativo è stato recentemente individuato e reso noto in area savonese, nella chiesa della Santissima Annunziata di Altare e attribuito allo stesso Giacomino da Claudia Ghirardello.

Sulla parete meridionale del transetto sono state rinvenute tracce di una decorazione dipinta a velario che trova confronto con un analogo esempio nel campanile di san Giusto a Susa, risalente al terzo decennio dell' XI secolo.

I resti delle strutture murarie, in particolare nelle due testate del transetto, conservano la parte inferiore di un registro decorativo con vivace motivo pseudo-geometrico ad imitazione di finti marmi, che probabilmente aveva funzione di zoccolatura per un apparato decorativo figurato del quale non è rimasta traccia. La decorazione a motivo a finti marmi, databile all'XI secolo, rappresenta un elemento tipico del decorativismo non figurato di età romanica e trova confronto in analoghe figurazioni presenti all'abbazia di Novalesa, in Canavese nella chiesa di santo Stefano di Sessano a Chiaverano e nella Cattedrale di Aosta.