La Torre Campanaria

L'XI secolo è nel Canavese secolo di grande fervore costruttivo. L'unità architettonica canavesana è fatto indiscutibile, segno forte di compattezza territoriale che ritrova nella marca di Ivrea le sue radici politiche e sociali.

La torre campanaria è, insieme a parte della manica est del chiostro, l’unica struttura dell’XI secolo risparmiata dalle ricostruzioni volute dal Cardinale delle Lanze; originariamente allineata con la facciata della chiesa medievale, ha una pianta quadrata di 10 m di lato e un’altezza complessiva di 39,90 m.

Esternamente, le facciate della torre mostrano una partizione a doppia specchiatura, grazie alla presenza di una lesena mediana continua per tutta l’altezza della torre; orizzontalmente, questa è suddivisa in sei registri da cornici di sette archetti pensili per ogni specchiatura, sormontate da una fascia a dente di sega.
Le aperture si trovano al centro delle rispettive specchiature e sono costituite da feritoie per i primi tre registri, monofore per il quarto e bifore per gli ultimi due.

L’interno della torre campanaria era suddiviso in vani sovrapposti per mezzo di solai lignei. Al piano terra si trova un ambiente con volta a crociera e piano di calpestio alla stessa quota di quello della chiesa medievale.
La parete orientale dell’aula inferiore presenta una rottura nel muro, probabilmente da riferire all’antica presenza di un altare.

Sovrapposta a questo primo vano voltato si trova un’aula con abside a est ricavata in spessore di muro, che nel catino absidale reca, dipinta ad affresco, una Madonna con il Bambino datata all’XI-XII secolo.
Durante gli scavi archeologici si ritrovò anche parte del pavimento originale di questa cappella, sul quale sono presenti alcuni esigui frammenti di mosaico posti nei pressi dell’angolo nord-ovest, confrontabili con i mosaici del Duomo di Casale Monferrato e databili alla seconda metà del XII secolo.

L’accesso ai piani superiori della torre e alla cella campanaria è garantito da una scala ricavata nello spessore della muratura (intra muros) e articolata in cinque rampe, con origine dalla cappella superiore. La scala è coperta da una volta a botte che presenta nella malta i segni delle centine lignee utilizzate per la costruzione.
Gli spazi angolari tra rampa e rampa sono coperti da piccole volte a crociera.

L’illuminazione dello spazio interno è ottenuta da minute feritoie strombate, poste in prossimità degli angoli, e dalle aperture poste lungo le rampe e visibili al centro delle specchiature esterne della torre.
Queste ultime non avevano solo la funzione di illuminare e arieggiare la scala, ma, grazie al loro sviluppo passante, servivano anche ad illuminare gli ambienti interni della torre.

La torre di Fruttuaria, per le caratteristiche costruttive, la scala ricavata nello spessore della muratura e l’abside, guarda al modello della torre civica di Pavia, crollata nel 1989, e costituisce modello di confronto per un nutrito gruppo di torri campanarie delle chiese dell’area torinese e canavesana tra le quali spiccano le torri della Cattedrale e quella di Santo Stefano a Ivrea, quella di Santa Maria di Andrate e quella di Sant’Andrea alla Consolata di Torino.